I brandelli di un’economia dilaniata dalla bomba pandemica, sono del tutto assimilabili ad uno scenario tristemente noto, dove il nemico non era un virus, ma l’altro uomo. Qualcosa è cambiato nel frattempo e l’approccio in materia economica ed in particolare edile, reca in sé un’ambizione morale ed etica oltre che economica: la ricostruzione deve essere verde e rispettosa dell’ambiente. Temi pressanti che hanno permeato di consapevolezza green anche le scelte dei legislatori nazionali.
In linea con questo approccio e con una concretezza mai registrata prima in nessun altro paese europeo, è la strada tracciata per l’edilizia italiana, sempre più sostenibile. Il decreto Rilancio ha introdotto il superbonus al 110%: una detrazione fiscale legata alle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, per importanti interventi di riqualificazione energetica e antisismica, che sarà possibile vedersi ripagati in 5 anni e, in alternativa, il beneficio fiscale potrà essere direttamente ceduto ad altri soggetti, banche comprese.
Si tratta del più massiccio incentivo al mondo per interventi sul patrimonio edilizio privato. Circa 7 miliardi di euro di investimenti volti alla ad una crescita sostenibile, per migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO2. In altri paesi si sono visti incentivi parziali, sgravi fiscali, bonus per categorie disagiate. Mai si è provveduto ad un finanziamento per intero delle spese per l’edilizia privata (condomini e case), attraverso un meccanismo che arriva a coprire il 110% dei costi con anche la cessione del credito alle banche. Lavori a costo zero, in definitiva.
Per questo le associazioni europee di categoria ritengono che il superbonus al 110% varato in Italia possa essere di esempio anche al resto del continente.
Si auspica da più lati che il processo possa migliorare in Parlamento la semplificazione delle condizioni per il trasferimento del credito alle società di ristrutturazione e l’estensione dei tempi del programma per tener conto del lungo processo decisionale nei condomini e il rinvio della procedura di autorizzazione.
A livello europeo, le risorse del pacchetto NextGenerationEu, destinate all’Italia potranno dare continuità a questo strumento opportunamente rimodulato. Le associazioni del comparto si augurano che la misura possa, proprio grazie alla posizione favorevole dell’UE, essere estesa anche a lavori di abbattimento e ricostruzione.
Finalmente si vede luce in fondo al tunnel di una Unione che a tutti è sembrata, in un primo approccio, poco solidale, poco efficace, poco unita. Ai paesi più colpiti è sembrato di essere stati vittime di “fuoco amico”, ma l’inizio del riscatto è arrivato con NextGenerationEu, lo straordinario piano di rilancio post pandemico da 750 miliardi di euro proposto dalla Commissione. Bisognerà vedere quale sarà l’esito finale del confronto con i vari Governi, ma il peso specifico dello strumento è sotto gli occhi di tutti.
Insomma, si tratta di una straordinaria occasione per ripensare in chiave sostenibile e con una visione prospettica vera le nostre città per cambiare il paradigma delle costruzioni, ma anche delle ricostruzioni in chiave veramente verde, come ripensare a impianti di riscaldamento-raffrescamento “fossil free”, che usano pompe di calore allacciate a impianti fotovoltaici.